Gv 2, 1-11
Anche
questa domenica continua l'Epifania di Gesù, il suo manifestarsi.
Ai Magi Gesù si rivela come salvezza dell'intera umanità, sulle
rive del Giordano confuso tra la folla si manifesta come il
Figlio, l'Amato e infine a Cana come sorgente di gioia, vino
per la festa. Che il primo segno compiuto da Gesù sia quello
dell'acqua mutata in vino e vino di eccellente qualità per togliere
dall'imbarazzo quegli sposi forse poco previdenti, tutto questo
è molto simpatico. Ma nella pagina di Cana c'è molto di più.
Possiamo fermarci alla cronaca di un fatto portentoso che restituisce
al Vangelo il suo gusto gioioso. Il vangelo e lo stile cristiano
non possono essere ostili alla gioia di vivere se il primo segno
compiuto da Gesù è questa sorta di diluvio di vino generoso
perchè la festa di nozze non finisca nello squallore e nell'astinenza.
Ma la pagina di Cana, a prima vista così ingenua, quasi un quadretto
di vita familiare, è solo apparentemente semplice. In realtà
è pagina ricca di significati simbolici. L'evangelista non parla
infatti di 'miracolo' ma di 'segno': ci invita così a decifrare
il segno per coglierne la ricchezza simbolica. Tante parole
del testo a prima vista ordinarie racchiudono significati più
profondi, appunto sono segni che ci invitano ad andare oltre,
a leggere in profondità. Due termini, in particolare. Il termine
'donna' con il quale Gesù si rivolge alla Madre e che a prima
vista ci sorprende. E' un termine che troviamo in pagine decisive
della Scrittura. La donna di cui parla il primo libro della
Bibbia, che partorirà un figlio che schiaccerà la testa del
serpente che ha ingannato Eva. E nell'ultimo libro della Bibbia,
l'Apocalisse, ancora la donna che combatte il drago che vorrebbe
divorare il suo figlio. E infine quando Gesù morente affida
tutti noi alla Madre e la Madre a tutti noi rappresentati dal
discepolo Giovanni, la chiamerà donna. Quindi un termine che
allude alla maternità di Maria per tutta l'umanità. E poi ancora
il termine 'ora'. "Non é ancora giunta la mia ora" replica Gesù
alla madre che lo sollecita ad intervenire a favore degli sposi.
Con questo termine 'ora' Gesù indica non già un qualsiasi momento
del tempo ma l'ora decisiva della sua vita, l'ora della sua
passione. Anche in quell'ora, suprema, ci sarà del vino segno
e memoriale del sangue sparso. Bisognerebbe quindi leggere con
grande cura ogni parola di questa pagina ricca appunto di segni.
Il segno delle nozze, del banchetto, del vino generoso….tutti
segni che rinviano alla grande festa che Dio prepara per l'intera
umanità, come abbiamo letto nella prima lettura del profeta
Isaia. Ma vorrei soffermarmi sulle due parole che Maria pronuncia:
sono così poche le parole di Maria riportate dai vangeli. A
Cana Maria dice una prima parola: "Non hanno più vino". Può
sembrare una osservazione banale. Esprime invece la premurosa
attenzione di Maria che sola tra tutti commensali intuisce il
disagio degli sposi. Questa parola ci rivela chi è Maria: uno
sguardo attento, intuitivo che sa leggere il nostro bisogno,
ciò che manca per la nostra gioia. Maria è uno sguardo rivolto
verso di noi. Per questo il popolo cristiano istintivamente
si volge a Lei nei momenti del bisogno, della sofferenza. E
innumerevoli sono i luoghi che la devozione ha dedicato a Maria,
luoghi dove si raccolgono le lacrime e le speranza di tanta
gente. E la seconda parola, rivolta ai servi: "Fate quello che
vi dirà". Maria non risolve il disagio di quegli sposi: il suo
compito è quello di indicare il suo Figlio, a Lui dobbiamo volgerci.
Ci invita a metterci sotto l'azione potente e misericordiosa
del suo Figlio. In questo Maria appare davvero come la grande
educatrice della nostra fede: ci indica la strada, ci invita
ad ascoltare le parole del suo Figlio per realizzarle. Dopo
questa parola non abbiamo più, nei vangeli, altre parole di
Maria. Questa è la sua parola ultima, come un testamento. Altro
Maria non dice perché in questo invito ad ascoltare e realizzare
la parola del suo Figlio Gesù è detto tutto e di null'altro
abbiamo bisogno.